Integra il delitto di diffamazione e non la fattispecie, depenalizzata, dell’ingiuria aggravata dalla presenza di più persone, l’invio di messaggi denigratori nei confronti della persona offesa su una chat condivisa anche da altri soggetti, qualora la vittima non li abbia percepiti nell’immediatezza, in quanto non connessa al momento della loro trasmissione (Corte di Cassazione, 1^ sezione penale, sentenza n. 409/24 depositata il 5.1.24).