L’audizione del minore vittima del reato di violenza sessuale

Il rispetto dei protocolli operativi previsti dalla Carta di Noto, nelle ipotesi in cui si debba procedere all’audizione di un minore vittima di abusi, non costituisce un vincolo metodologico da rispettare a pena di inutilizzabilità della prova, posto che tali metodiche si limitano a fornire suggerimenti volti a garantire l’attendibilità delle dichiarazioni, ma anche, se non soprattutto, a proteggere il minore, attraverso l’utilizzo di strumenti tecnici e di competenze specialistiche, onde evitare fenomeni di vittimizzazione secondaria della persona offesa. Lo scarto tra le metodiche effettivamente applicate e quelle suggerite dalla Carta ha quale effetto l’insorgenza, in capo al giudicante, del dovere di illustrare le ragioni per le quali la prova dichiarativa, assunta senza l’osservanza di tali metodiche, debba comunque ritenersi attendibile (Corte di Cassazione, Terza Sezione Penale, sentenza n. 43225/23 depositata il 24.10.23).